Gestione del Risparmio

Le strategie di investimento sostenibili e responsabili

Mai come oggi la sostenibilità, ambientale e sociale, è un tema centrale nel dibattito politico e nell’agenda mondiale, così come in ampie fette del settore produttivo e della società civile: un faro che indica la rotta da seguire per uno sviluppo compatibile con l’esigenza, ormai irrimandabile, di proteggere l’ambiente e affrontare e sfide dell’umanità con uno sguardo lungimirante.
Se per lungo tempo, nel passato, la sensibilità verso temi etici ed ecologici è stata limitata alla sfera delle scelte personali, oggi i consumatori sono in grado di influenzare i comportamenti delle società, premiando chi dimostra di contribuire concretamente al disegno di un mondo migliore e punendo chi invece lo impoverisce di risorse e opportunità, semplicemente non acquistandone i prodotti.

Eticità e trasparenza
Risparmiatori e investitori guardano con attenzione crescente alle politiche delle case prodotto e degli operatori finanziari, valutando aspetti fino a poco tempo fa trascurati, non ultima la trasparenza. Un processo di progressiva e costante presa di coscienza che porta con sè anche risvolti positivi in tema di costi, basti pensare alle commissioni di performance e ai loro metodi di calcolo a volte “creativi” finiti sotto la lente degli istituti di vigilanza. 
Una sana attenzione all’eticità dei comportamenti ha infatti l’enorme pregio di condurre tutto il sistema verso modelli più sostenibili, con benefici a più livelli.

Sostenibilità è rendimento.
E’ importante sgombrare subito il campo da una errata percezione che ancora persiste in alcuni investitori: gli investimenti sostenibili non hanno performance inferiori agli altri investimenti.
Si tratta piuttosto dell’ennesimo passo evolutivo del nostro sistema. Non parliamo infatti di una rinuncia alla crescita e allo sviluppo, né di un rallentamento. Ma di un’ulteriore accelerazione, basata questa volta su risorse rinnovabili, tecnologia di alto livello, attenzione alla salute, standard lavorativi e politiche di controllo sui comportamenti delle aziende che consentano di proseguire nella crescita in modo compatibile con i nuovi scenari mondiali.
L’acronimo comunemente utilizzato per indicare gli investimenti che rispettano questi principi è ESG.

Cosa sono gli investimenti ESG
Dall’inglese, Environment, Social e Governance (ambiente, sociale e governance): ecco i tre pilastri di un investimento sostenibile, oggetto dell’analisi allargata che oltre a considerare la bontà dei risultati economici dell’azienda tiene conto delle ricadute del business in termini impatto ambientale, coesione e sviluppo sociale, procedure di controllo, trasparenza e deontologia nelle pratiche di governo dell’azienda.
Questa articolata valutazione è estremamente importante per l’investitore da un lato perché gli consente di ricercare rendimento sui mercati senza rinunciare ai propri principi, dall’altro lato perché lo mette al riparo da una serie di rischi. Vediamo di seguito quali.

ESG, come limitano i rischi per l’investitore
Valore aggiunto non sottovalutabile dei cosiddetti investimenti ESG è certamente il più elevato livello di protezione che offrono all’investitore rispetto a un ampio spettro di rischi legati a eventi come:
-Danni d’immagine e reputazionali
-Cause di lavoro
-Scioperi
-Sanzioni
-Conseguenze di inasprimenti del quadro normativo
Un business che rispetti criteri di sostenibilità sarà ragionevolmente meno esposto al rischio di causare incidenti ecologici o danni all’ambiente e alle persone, quindi meno esposto ai gravi danni d’immagine che ne conseguirebbero e alle pesanti ricadute economiche. In virtù della condotta etica e rispettosa dell’ambiente potrebbe più facilmente evitare di incorrere in sanzioni o vedersi portare in tribunale per cause di lavoro intentate da dipendenti o ex dipendenti scontenti. Più difficilmente registrerà scioperi e discontinuità produttive e sconterà un vantaggio competitivo nel caso di irrigidimenti del quadro normativo qualora questo dovesse elevare gli standard di tutela ambientale minimi richiesti. In una parola, stabilità.
Questo vale per tutti i settori produttivi, perché i criteri di valutazione sono ovviamente parametrati e ponderati settore per settore, come rappresentato qui sotto dal confronto esemplificativo tra settore finanziario ed energetico.

L’Europa e la sostenibilità: breve storia del futuro
Come accennato in apertura, seppur con differenze sostanziali e qualche ritardo eccellente, l’agenda mondiale sta mettendo al centro dei piani di sviluppo e rilancio post pandemia la sostenibilità.
In particolare l’Europa, che già da tempo si stava muovendo in questa direzione, si è posta l’obiettivo di divenire entro il 2050 il primo continente a impatto zero sul clima.
Gli stessi aiuti economici per la ripresa post Covid, tuttora oggetto di trattativa, legati a quello che inizialmente è stato chiamato Recovery Fund ed ha poi assunto il nome altamente evocativo di Next Generation Fund, vengono esplicitamente associati a investimenti mirati in ambito di digitalizzazione, efficienza energetica, mobilità sostenibile, rinnovamento del settore sanitario e sviluppo della telemedicina, grandi opere infrastrutturali ecocompatibili, agricoltura sostenibile e riforestazione, solo per fare alcuni esempi.
Sembra chiaro quindi quali direttrici di sviluppo seguirà l’economia nei prossimi anni e dove si concentreranno i maggiori sforzi e capitali.
Un fenomeno, quindi, che appare tutt’altro che transitorio e che dovrebbe far riflettere l’investitore avveduto che agisce oggi guardando al domani.
Cavalcare un grande trend strutturale senza rinunciare ai propri principi oggi è possibile.

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